Me la ritrovai lì davanti.
“Ma scusa Gianni, e quella cos'è...?”
“Una Fender Jagstang!”
“...”
“Non la conosci? L'ha praticamente
disegnata Kurt Cobain!”
“Cazzo! Bellissima!”
E mi raccontò la sua storia.
Nonostante costasse relativamente poco,
non potevo permettermela. Gianni la vendette, e io in un qualche modo
me ne dimenticai.
Un paio di anni dopo mi richiamò lui:
“Ti ricordi la Jagstang? Me l'hanno riportata in negozio, se vuoi
puoi venire a provarla...”
“Tu mi vuoi male! Lo sai che se poi
la provo la compro...”
La sua storia.
Kurt, strafatto, ritaglia il manico
dell'immagine di una Mustang, e il corpo di una Jaguar; li incolla
insieme su un foglio bianco. “Jag-stang”, ci scrive sotto, con
una calligrafia tremolante, quasi distratta. Spedisce tutto alla
Fender Inc. “Voglio una chitarra così”, ci scrive.
E loro gliela fanno, uguale, identica.
Peccato che il buon Kurt avesse
incollato il manico leggermente storto, e la chitarra risultasse
fuori asse, senza equilibrio.
Beh, loro gliela fanno così lo stesso:
storta.
L'anno scorso ho tenuto a casa mia per
più di un mese una Danelectro verdina, in prova. Suonava benissimo,
e mentre la suonavo guardavo la Jagstang, azzurro acqua, e mi sentivo
in colpa a pensare che fosse più bella. Non comprai la Dano, decisi
di rimanere fedele alla mia vecchia amicona, convincendomi che quella
fosse stata solo un'insensata sbandata.
Non sono uno di quei rocker che hanno
un rapporto morboso con il proprio strumento, anzi. Spesso, mi
dimentico che esiste.
Forse sarà perchè è un'outsider, una
chitarra storta, strana: io amo ciò che non è convenzionale, che
gli altri non capiscono.
Forse sarà il colore, poco aggressivo,
leggero.
Forse il fatto che quella zoccola di
Curtney Love si è presa i diritti, e quindi la Jagstang è fuori
produzione, è solo mia.
Forse perchè quel pazzoide ci ha
piazzato sopra un Humbucker e un Single Coil, dichiarando al mondo
che le patatine fritte e la Nutella possono convivere.
Forse per quel gesto di libertà,
quella visione, quell'assurdità geniale di unire due ritagli, che
ancora oggi racconto questa storia a chi mi chiede della mia
chitarra.
Colleghi, allievi, musicanti che
incontro nel mio viaggio.
Mostro loro la scritta “Designed by
Kurt Cobain” dietro la paletta, e mi compiaccio nel continuare a
raccontare, nell'arricchire, nel nascondere.
Non so nemmeno più se questa storia è reale, ma non credo che sia questo l'importante.
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